Io e le parole

Sgorgano copiose,
ma forse il mio corpo chiede carezze silenziose,
sguardi che approvano in silenzio, abbracci silenziosi.

Faccio rumore per non ascoltare
la pancia vuota d’amore.
Le assenze mi offendono,
mi abbandonano ancora e ancora,
la prima volta è stata una madre morente
per mettermi al mondo,
Uno strappo dalle carni, solchi pieni di dolorose piaghe.

Parlami o, tacendo, accoglimi nei tuoi palmi, nei tuoi occhi, nei tuoi pensieri.

Mescolo parole urlate e parole inespresse,
implodo, esplodo, mi rannicchio,
questuo tocchi morbidi al petto,
e scrivo e parlo e non dico

Amelia De Simone – dicembre 2014

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