Io mia madre

Io mia madre l’ho amata come amano i disperati.
Con dolore, come se ogni volta avessi un debito con lei, come se dovessi dimostrare ogni momento di essere stata degna di venire al mondo dalle sue doglie,
con l’angoscia di chi ha paura di non essere vista, i tremori di chi é terrorizzata dell’abbandono.

Io mia madre l’ho amata senza capirla, senza essere capita, come succede alle madri, alle figlie, la normalità, io mia madre l’ho amata con caparbietà, con rabbia, persino con furore, con cieca ostinazione.

Avrei voluto saperla aspettare, saper capire che stava diventando un frutto tenero, morbido di sole e di anni, che voleva conforto, qualche stilla di confidenza, un tono mio più sommesso, meno superbo, meno rapace.

La penso, gli occhi spurgano acqua, ma vorrei che le donassero sangue, il capo chino, senza pace, io mia madre la amo come i disperati.

Vorrei il perdono che spetta alle figlie che non sanno staccarsi dai propri dolori, che non sanno staccarsi dalla propria storia, che non sanno essere madri delle loro madri.

La vorrei in sonno, avere il capo sul suo grembo, e vorrei pettinare i suoi capelli bianchi, rassicurarla sulla sua bellezza e concederle non semplice amore, ma devozione che assolve.

Io mia madre la amo. La amo come amano i disperati

Amelia De Simone – 28 novembre 2023

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