E se non so nulla, so d’amarti

Ma che ne sapevo io dell’amore?
Sapevo come si fa, come si fa all’amore,
ma chi mai m’aveva insegnato ad amare e ad amarmi?
Chi mi scrutava così nuda nonostante le vesti indosso?
Chi sapeva cosa c’era dietro il fiume di parole,
o il silenzio infantile e un po’ stolto
o a volte terribile, fatto di dolore e cicuta?
E chi ancora sapeva sfidare i miei pudori,
vincerli e accudirli?
E chi sapeva che nella preghiera avrei ritrovato me stessa,
guarito piaghe e lutti millenari,
e nello spirito riscoperto la comunione col simile illuminato?

Io non sapevo nulla, né sapevo
che uno sciamano quieto avrebbe squarciato ogni sapere
e rotte le vecchie vie sicure e amare,
come acque di parto,
e alla vita nuova mi avrebbe gemmata.

Che ne sapevo di mille cose mai fatte che non hanno più peso,
e di mille che sono storie incise nella pietra dura,
e fulgori nei giorni che lontani dovranno sorgere?
Che ne sapevo d’essere d’una materia rara e di rara vista,
che tu vedi, e agli altri non appare.

Io non so nulla dell’amore, tranne che è potente
quando mi insegni a non resistere, ma ad esistere con coscienza
e nella luce piena.

E se non so nulla, so d’amarti

Amelia De Simone – 14 febbraio 2018

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