In torteria

Stamattina in torteria entrano due tipi, un uomo e una donna. Lei una donna molto bella, non giovanissima più vicina probabilmente ai 50 che ai 40, vestita molto accuratamente, occhi grandi, molto truccati, un po’ da bambola, un po’ da diva, si vede che oltre alla sua bellezza fisica ha bisogno di esibire qualcos’altro, ha un mondo che le esplode dentro. Lui è timido, non particolarmente bello, vestito in maniera molto approssimativa, senza particolare cura, si ha l’impressione che si accontenti di vestiti puliti, un sorriso particolare, incisivi da bambino, grandi, larghi, gli occhi enormi, una cava di malinconia quieta.

Sì siedono uno di fronte all’altra. Lei è visibilmente innamorata di lui. Ha gesti ed eloquio asciutto, senza mielosità, eppure gli occhi sono così colmi, parlano. Lui è gentile, senza essere affettato, forse è lontano da lei, ma ama i suoi modi, la guarda ammirato, si comprende che non capisca perché lei lo trovi interessante, ma si gode il momento. Si parlano a tono basso, senza concitazione, ma attenti a quel che dice l’altro, forse sono già amanti, forse lo diventeranno oggi.

Vorrei sedermi con loro, fare domande, chiarire i loro sospesi, invitarli ad amarsi, visto che è l’unico modo per combattere l’amaro della vita. Taglio una fetta generosa della mia torta segreta, quella che fa innamorare per sempre, e gliela porgo – offre la casa, un sorriso sornione ma non invadente, così dico – una cioccolata calda all’arancia, poi mi eclisso, non sta bene spiare le persone. Però che darei per ascoltare i loro discorsi

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