E le movenze, eleganti

Sei gigante nell’assenza,
Il Maestro che non sei,
I tuoi sguardi diventano
Intensi, lunghi,
Da cortometraggio,
La parola che ti ruggisce negli scritti,
Diventa mansueta sulle labbra,
Al rallentatore rammento i tuoi respiri,
E le movenze, eleganti, ma forse solo nell’invenzione,
Il pane condiviso con la leggerezza
E bramosìa dei giorni materiali,
Nel ricordo diventa ostia,
E così la mano tua che serra i miei fianchi,
Diventa mano di asceta,
La tua assenza ti ricrea,
Ti fa nuovo, d’una veste che ti farebbe
Sorridere e scuotere la testa

Amelia De Simone – giugno 2015

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