(E questa sarà una poesia)

(E questa sarà una poesia)

Ma tu, ma tu
Lo sai, siamo malati,
Malati di noi
E tu, tu vorresti guarire?
(E questa sarà una poesia)
So che non risponderai.
In fondo,
Ma anche su, in superficie,
Sulla tua pelle impaziente,
Ti piace essere malato di me,
E non sai cos’è la vita
Senza le mie chiacchiere,
Le mie poesie senza capo né coda,
I miei foulards bon ton, e gli occhi grandi grandi.
Ma tu, tu vorresti guarire?
Ma tu?
Ma io?
Io no, mi piace credere di morire
Se non ti vedo domani

Amelia De Simone – 6 giugno 2016

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L’albero d’oro

L’albero d’oro

Quando ancora non mi cercavi,
E nemmeno t’apparivo in sogno,
Quando ancora ero ombra senza sangue,
Io già ti cullavo al petto
E ti sapevo e sapevo la tua resa
I tuoi tentativi di difesa
E ancora la resa
Che non é sconfitta,
Ma pace per quel corpo sfinito
Quella mente assetata,
Tu mi intravedevi e io vedevo
Nitide le nostre sagome
Che s’amavano fitte,
Intenerite per la vicinanza
Ebbre del vino della gaiezza,
Rami che diventavano l’albero d’oro

Amelia De Simone – febbraio 2015

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Tuttuturuttuttu

Tuttuturuttuttu

Io non te l’ho mai detto,
Oppure sì,
Nelle notti a occhi chiusi,
Te l’ho detto una volta,
Cento, anche mille
O un milione,
– ma so contare fino a un milione?-
Che non so stare
Senza la tua figura alle mie spalle,
E quell’odore di buono,
La pelle tua che sa di creme caramel,
Il tuo sguardo un po’ severo
E d’improvviso liquido di risate a crepapelle,
E senza la tua testardaggine indisponente,
In fondo so di amarti perché sei
Così forte, e matto di me,
E perché ti ami, e ami me,
Proprio me, tu tu,
Tuttuturuttuttu

Amelia De Simone – 18 marzo 2016

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Il frammento

Mi hai dipinto la pelle stanotte
Con gli ori dei tuoi avi,
Son diventata tela
Per dar luce ai tuoi sogni,
La tua modella e musa,
L’avorio che diventa ocra,
La testa reclinata, gli occhi socchiusi,
I capelli che sfiorano le spalle nude,
Mi racconti i tuoi segreti nella febbre
Della notte, li sussurri ,
Mi incateni a te consegnandomi
Il fardello greve di parole mai condivise,
Divento Arte,
Divento scrigno,
Divento frammento di storia

Amelia De Simone – luglio 2015

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Io non ho più occhi

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Io non ho occhi, amore,
Li chiudo perché tu non li veda,
Perché la loro luce ti sia negata,
Non potrai più guardarli,
É troppo quel che c’è dentro,
E poca forza per entrarvi,
Ho gli occhi ciechi, ormai,
O così ti appare,
Questi occhi che ti sospirano
E di troppe cose ti parlano.

Io li chiudo, e taccio il mio mondo,
E soffoco le parole, che scoprono
Troppa pelle,
Lascio che mi guardi ma non guardo,
Lascio che mi parli ma non parlo,
Ho gli occhi chiusi, come i morti,
La vita chiusa sotto le palpebre,
Io non ho occhi, amore,
Non ho più occhi

Amelia De Simone – giugno 2015

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Taci

Taci, non dire,
So tutto,
I tuoi rossori mi parlano,
I tuoi silenzi pieni, intensi,
Le domande soffocate,
Per timore di verità che feriscono,
Taci, io ascolto
Nell’aria muta il tuo candore,
Quel sentire patrizio e delicato,
Taci, io custodisco negli occhi
La luce preziosa dei tuoi
Nel rimirarmi,
So tutto, taci,
Le parole fanno solo rumore.

Amelia De Simone – aprile 2015

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Inno alla gelosia

Le tue donne, che t’hanno fatto uomo,
Donne di alcova, di segreti lascivi,
Che ti hanno istruito, levato dall’innocenza,
Donne dagli occhi di carbone e capelli di seta,
Vorrei esser loro, vorrei poterti avere intatto,
Senza corruzioni, vorrei bruciare il loro passaggio,
Cancellare orme,
Sorrisi, carezze, fiati mischiati,
Col fuoco che anima le creature in tempesta
Qual io sono,
Così minima in questo sentire molesto,
Così gigante nel mio tormento per te.

Amelia De Simone – aprile 2015

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