La mandolinista di Casa Donizetti

Le poltroncine in velluto rosso disposte a semicerchio sono ancora vuote quando entriamo in sala. Sono di passaggio a casa Donizetti, con la mia amica Sylvia, l’olandese dagli occhi malinconici e dal sorriso degli animi buoni, casualmente abbiamo saputo che da lì a poco si terrà un concerto di mandolini, mandola e chitarra.

I musicisti stanno provando: hanno tutti abiti casual, si cambieranno appena prima del concerto, tranne una delle due mandoliniste, vestita di tutto punto elegante sia nelle sete, che le scivolano addosso, che nella postura e nelle movenze. È perfetta, però ha i piedi nudi. Scarpe di vernice nera dal tacco alto sono allineate una alla sua destra e l’altra alla sua sinistra.
Il contrasto mi incuriosisce: la guardo e le scatto un fotogramma, la fermo nell’istante in cui sente la musica, sente la terra coi piedi nudi e sottili, le vibrazioni nell’aria l’attraversano e la rendono eterea eppure terrena, celeste eppure del mondo. La raffinatezza dell’essere senza apparire, del catturare la scena ai miei occhi con un paio di scarpe non indossate, trasgredire con leggerezza, rompere gli schemi con grazia e semplicità.

La mandolinista si lascia rapire dalle note, io scatto e annoto in mente.

Amelia De Simone – 26 settembre 2016

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