Tu che avevi le carni sconosciute ai figli,
Ammaestrato al pudore e ai costumi antichi,
Nei giorni dell’oscurità diventasti
Di ossa esposte e pelle nuda,
Senza più spessori e baluardi.
La mente vacillava nelle ombre,
I ricordi dei tuoi figli bambini
Si attorcigliavano ai giorni distorti,
Senza contorni e senza sicurezze.
Il tuo lamento é la mia spada,
Ti vedo, padre, nudo, senza più fierezze,
Le carni tremule, abbandonate dallo spirito.
I tuoi figli son diventati la tua veste,
Ti hanno rimesso al mondo pudico e onorato,
Sono diventati la tua essenza,
Il nome tuo e la tua memoria
Amelia De Simone – 9 agosto 2016