Mi piace

Mi piace

Mi piace guardarti e misurare la distanza tra il mio naso e il tuo,
tra i miei pensieri e i tuoi,
essere con te, capirti eppure lasciarti quieto nei tuoi dedali,
avere il sottile piacere di nascere dal tuo parto ed essere altro da te,senza essere aliena,
solo una sinfonia dalle note diverse dalle tue.

Mi piace sentire il silenzio tra noi così pieno di fratellanza, generoso di gesti teneri, e le tante parole,
la saggezza che corregge le tristezze inutili e le risate, così allegre, per ricordarci che siamo fatti anche di spensierato disordine e felice ritmo interiore.

Mi piace osservare quella luna della tua testa,
quando con gli occhi socchiusi,mi dono a te e di te mi doni un corpo innamorato, una miriade di illuminazioni, mille testi sacri, braccia nude, nuca fiera, la promessa che la vita é il meraviglioso approdo di chi apre mente e cuore

Amelia De Simone – 15 gennaio 2018

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Chi ha il diritto di starti accanto?*

Chi ha il diritto di starti accanto?*

Chi ti dà calore, serenità, affidabilità, chi aderisce ed è coerente coi tuoi valori etici, chi condivide con te, non sottrae né pretende, chi produce col proprio sudore, senza risucchiarti energie economiche e morali, chi ti rispetta, chi può contraddirti ma con la giusta considerazione della tua opinione e della tua persona, chi non offende la tua identità, il tuo aspetto fisico, la tua famiglia, i tuoi affetti cari, gli amici.
Chi ha interesse per le tue passioni e anche se non le condivide non vi si frappone né le svilisce, chi rispetta le tue scelte professionali e di vita, chi non impone le sue attenzioni fisiche ma attende che sia tua a volerle ed accoglierle benevolmente.
Chi non alza mai la voce, chi non ti deride, chi non ti accusa di mille mancanze, chi non si pone come giudice e come esempio sommo di come si conduce la vita, chi ha attenzione per te e non ti pone nell’invisibilità e nell’anaffettività.
Chi accoglie le tue fragilità e i tuoi momenti di confidenze segrete senza mai riportarle nè farne arma di ricatto e ritorsione , chi crede all’onestà e alla veridicità delle tue parole e non insinua sempre dubbi, e soprattutto chi è felice che tu sia felice.

Amelia De Simone – 12 gennaio 2018

* Rivolto alle donne così come agli uomini: la dignità ed essere riconosciuti come soggetti portatori del diritto all’affetto e al rispetto appartengono a tutti

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Io mi meraviglio, eppure sorgo insieme a te

Io mi meraviglio, eppure sorgo insieme a te

Mi meraviglio d’essere la storia che narri,
mi meraviglio d’essere la cova del tuo seno,
mi meraviglio di provocarti tremori per amore che non si contiene,
mi meraviglio che convogli a me i tuoi pensieri così sommi e cesellati,
mi meraviglio che ti tolga il sonno quando mi ribello ai nostri giuramenti,
mi meraviglio che dedichi a me la luce dei tuoi bagliori mistici,
mi meraviglio che tu mi abbia scelta e ancora mi scelga,
mi meraviglio d’essere innestata come pianta nel tuo terreno così fecondo,
mi meraviglio d’essere la tua linfa e l’aurora di ogni tuo sogno,
mi meraviglio che la mia mano non stanchi mai la tua,
mi meraviglio che posi parole mai udite e baci arditi sulla bocca,
mi meraviglio che a te mi sommi e mi moltiplichi, matematico audace e onirico,
mi meraviglio del suono dei tuoi canti antichi che a me doni,
mi meraviglio delle danze propiziatorie che con i tuoi antenati insceni intorno a me,
mi meraviglio dei giorni che mi consegni completi, senza mai fine.

Io mi meraviglio, eppure sorgo insieme a te

Amelia De Simone – 11 gennaio 2018

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Tu parlami, carne della mia carne

Tu parlami, carne della mia carne

Ora non sei altro che montagna,
un rivolo d’oro sulla pietra arsa,
e quella luce che guizza nella grotta marina,
sei del sole il raggio che trafigge,
la punta acuminata d’un coltello
e l’acqua cheta, la rosa odorosa
e il silenzio sacro degli antichi chiostri,
sei un manoscritto antico e raro,
sei un fiotto di sangue che sgorga dalla bocca,
e occhi avidi di pace,
sei preghiera e rabbia,
sei quiete e furia,
tu parlami, carne della mia carne, io ti dipingo anche nelle parole
che qualcuno, sordo ai canti degli angeli, t’ha celato,
tratteggio i tuoi occhi senza resa,
di quel furore che tiene in vita,
di quel furore che toglie vita
a chi ha dato troppo sangue
e severa ha negato a sé ore e balsamo
fino ai giorni del travaglio,
parlami e lascia che restituisca gli ori alla tua testa nobile
e le peci a chi, corrotto, spense il tuo spirito ardente

Amelia De Simone – 10 gennaio 2018

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