La ragazza dai capelli rossi

Stasera sono distrutta. È stata una giornata molto faticosa. Ho avuto una commessa di cento cannelé e cento tortini al cioccolato, e ho avuto un po’ di via vai ai tavoli. La mia cliente preferita di oggi è stata una ragazza dai capelli lunghi e rossi. Non conosco il suo nome, è venuta varie volte in torteria, attendo di entrare in confidenza per chiederglielo.

Bellissimi occhi enormi e tondi, la pelle eterea, da bambola di porcellana, bocca al succo di ciliegia, alta e forse questa altezza le ha provocato quella timidezza infinita che la fa arrivare in torteria sola, restare le ore a tu per tu con una fetta di torta, la sua moleskine, a scrivere scrivere scrivere. Prende sempre la stessa torta cioccolato e pere, non è curiosa di altri gusti, e sempre la stessa tisana ai frutti di bosco. Si guarda intorno di sottecchi, ma non cerca mai la complicità negli sguardi degli altri avventori, preferisce rimanere nella sua nicchia. La guardo da lontano, le rivolgo un sorriso benevolo, anche quando non mi guarda, le persone hanno bisogno di affetto anche e soprattutto quando non lo sanno, e lei ne ha un profondo bisogno.

Oggi insieme alla torta le ho portato un segnalibro con una poesia di un’autrice profonda ma sconosciuta al pubblico, Amelìe, si somigliano le due, si indovinerebbe un legame di sangue. Ma quante illazioni faccio, più dei granelli di zucchero che uso tutti i giorni. Sono una pasticcera pasticciona, che si fa troppo gli affari degli altri, anzi forse più che pasticcera, dovrei dire che sono un’indagatrice dell’anima, che scava nella mente e nel cuore delle persone, mentre sforna bignè, tortine e pastine da tè.

La ragazza legge la poesia, le si fanno gli occhi lucidi, è una poesia d’amore, chi sa qual è la sua sofferenza nel cuore. Si alza, infila un cappottino sottile, una sciarpona glicine e un basco blu elettrico. É deliziosa, splendida, senza consapevolezza, la grazia delle anime lucenti. Scarabocchia un grazie su un tovagliolo, paga senza guardarmi in viso, ma so che le ho dato un po’ di calore in petto. Arrivederci a presto

Liberamente ispirato a mia nipote Federica Rapacciuolo.

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