Ho vinto

Ho vinto il premio Grinzane Cavour. Devo andare a ritirarlo, sono emozionatissima, sono circa 3 ore che mi vesto e mi spoglio, mi rivesto e cambio ancora mise. Non voglio apparire troppo severa o seriosa né un’intellettuale che finge d’essere una diva del cinema. In effetti quel vestito blu lungo è ridicolo per ritirare un premio letterario, perché l’ho comprato? Forse perché ho pensato che facesse risaltare i miei occhi azzurrissimi, la mia pelle chiara, i capelli biondi, quasi da svedese.

Quando mi sveglio, senza trucco, mi guardo allo specchio, penso sempre alla stessa cosa: sono senza faccia*, così chiara, senza contorni definiti, si fatica a darmi un profilo. La prima cosa che faccio, dopo la pipì e una rinfrescata con semplice acqua al viso, è darmi del mascara a quelle ciglia lunghissime, così bionde e così invisibili, paiono la metafora della mia vita, bellezze interiori così profonde e così trasparenti, se non le imbelletto nessuno se ne accorge, rimango senza volto, senza voce. Per questo ho preso a scrivere, è il mio belletto, è l’unica cosa che mi rende l’ombelico del mondo, altrimenti resto nascosta, pigiata nelle mie convinzioni negative, nei miei umori così altalenanti, che sfiorano quasi la nevrosi.

Qualcosa di buono devo scriverlo se ho vinto un premio così prestigioso. Mi devo preparare, è tardi. Metterò un tailleur nero, perle e un filo di rossetto. Avrò una faccia fin quando non mi struccherò dopo il ritiro del premio. Il mio momento di gloria. Amelia De Simone.

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